BOUDOIR TERAPIA

IL VALORE TERAPEUTICO DEL BOUDOIR

Ad oggi viene utilizzato come strumento alternativo o di supporto alla psicoterapia tradizionale, per ricreare o creare una nuova immagine di sé, esteriore e soprattutto interiore.
La fotografia terapeutica promuove la presa di coscienza, favorendo il riconoscimento e la comunicazione degli stati emotivi.
Quello che per i fotografi comuni è normalmente il punto di arrivo (ossia la foto finita), per la fotografia terapeutica è invece il punto di partenza: l’obiettivo non sono solo belle foto, l’obiettivo è l’esperienza che si sta vivendo abbandonandosi a se stessi, decidendo di vivere, mostrare la propria rabbia, gioia, emozioni insomma, che spesso soffochiamo per assecondare l’aspettativa degli altri o la nostra inconscia sete di giudizio.
L’obiettivo pertanto è scoprire la propria autenticità attraverso la libertà di essere, senza vergogna e autocelebrarsi con amore sano e fiero.

Sotto alcuni esempi di utilizzo:

disturbi alimentari: il disturbo dell’immagine corporea (BID) è un sintomo frequente in pazienti affetti da disturbi alimentari in particolare nell’anoressia nervosa. Si manifesta con un’alterata percezione del proprio corpo, diventando sintomo trasversale alle differenti diagnosi DCA, ponendosi come fattore precipitante e di mantenimento dei disturbi alimentari. Il soggetto malato che si guarda allo specchio vede la sua immagine non reale, bensì alterata, la fotografia in questo può aiutare;

relazioni tossiche disfunzionali (nella relazione non sana, mi annullo? divento un’altra? soffoco bisogni, femminilità, desideri sessuali, aspirazioni?)

Com’ero prima di questa relazione e come mi vedo ora ? La fotografia di sé non mente, ma aiuta a vedere nero su bianco il nostro stato di salute mentale e fisico.

rifiuto di vedersi come soggetto separato dai propri genitori (mi guardo e vedo sul mio viso mia madre= non voglio guardarmi= mi nascondo. Oppure vedo me attraverso i loro occhi.)

problematiche legate alla femminilità-sessualità
– post cancro
– post interventi (cicatrici )
– disabilità
– bassa autostima
– dipendenze da sostanze

Ma viene consigliato anche semplicemente per l’esigenza e la voglia di conoscersi, aggiornando l’idea di chi si vuole essere per se stessi e per gli altri.
Ciò che sono stato per tutta la vita coincide ancora con la mia identità di oggi?
Con la persona che vorrei diventare?
“La fotografia serve a far vedere quel che non si vede, a far esistere quel che non c’è, a render conoscibile l’inconoscibile. Quando l’invisibile si è fatto visibile, in quel preciso istante un pezzo di mondo è morto ed è rinato altrove.”

La fotografia viene utilizzata in molti campi:
– durante la malattia e la cura contro il cancro è stato dimostrato che le donne che sono state truccate e fotografate con un approccio amorevole e valorizzante del loro corpo, reagivano alla cura con maggior determinazione e autostima;
– negli adolescenti con difficoltà a comunicare emozioni e stati d’animo, con dipendenze e fenomeni di autolesionismo, o problematiche legate al bullismo vissuto a scuola, si è visto come la fotografia in genere, il ritratto e l’autoritratto siano ottimi mezzi atti a tirare fuori e sviscerare emozioni trattenute e soffocate per anni;
– nella donna che ha difficoltà a lasciarsi andare con se stessa, col proprio corpo, con la propria femminilità, autenticità, se ben supportata da una persona esperta, si riappropria della sua identità , del suo amore perso e ritrovato, della sua accettazione ma anche della sua voglia di ricominciare a giocare con se stessa, abbandonando la severità e il giudizio.