Marissa Boucher di The Boudoir Divas, è la prima fotografa a livello internazionale ad aver strutturato e dato vita a questo settore. Un onore per noi di Scuola di Boudoir, di ospitarla sul nostro canale con questa intervista, che abbiamo voluto fortemente e che siamo certe sarà fonte di consigli preziosi per tutti voi. L’intervista è in lingua originale e tradotta in lingua italiana.
MARISSA
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Sotto l’intervista in lingua inglese
INTERVISTA IN ITALIANO
Dal 2007 insieme al tuo staff ti sei specializzata nel Boudoir. Com’è cambiato questo settore dall’inizio ad oggi ?
Le donne oggi accettano di più di farsi fotografare in maniera sensuale o hanno ancora delle resistenze ?
In America il Boudoir è considerato un vero e proprio settore fotografico come ad esempio il ritratto, il newborn, o pensi sia ancora un settore di nicchia e poco richiesto?
E come vedi l’Italia ? un paese in cui si sta muovendo nel settore, o ancora un po’ indietro?
Nonostante scatti da più di quindici anni, nella mia immaginazione mi sento ancora come quella giovane ventenne o giù di lì che aveva iniziato a scattare nel garage dei suoi genitori. Ma da allora è passato un sacco di tempo e tante cose sono cambiate. La fotografia Boudoir è diventata qualcosa di molto conosciuto qui negli Stati Uniti e, beh, quando ho iniziato, non era affatto così! Non so come sia la situazione in Italia ma, più persone scatteranno Boudoir, più il Boudoir diventerà popolare e più sarà un genere richiesto. Quindi, che ci crediate o meno, avere dei competitor non è sempre brutto, anzi, significa che semplicemente più e più persone si stanno appassionando al genere. Così arriveranno a te e al tuo studio, se è nel Boudoir che ti stai specializzando, e può essere solo un buon segno!
Penso che al giorno d’oggi le donne siano molto più aperte e disponibili a lasciarsi rappresentare in pose sensuali. Non necessariamente col fine di pubblicare il materiale, quanto per noi stesse. Quel che sto scoprendo è che molte donne sono entusiaste di mostrare le loro foto, ma molte altre preferiscono che rimangano private, e infine altre desiderano semplicemente vivere l’esperienza, sentirsi libere, vive, e sapere di star partecipando a qualcosa di unico che capita una sola volta nella vita. Le aiuta ad entrare più in sintonia con il loro corpo. Così ho capito che questo tipo di fotografia non è più stigmatizzato come una volta, non viene più considerato improprio o addirittura associato al porno. Grazie a Dio, non ha più questa connotazione e ne sono felice.
Nel nostro studio cerchiamo di concentrarci su qualcosa che sia un po’ più classico e romantico. D’altra parte altri brand cercano un approccio più selvaggio, con pose e foto Boudoir più forti. Non ho nulla in contrario, ma non è ciò che siamo noi come studio, non è nella nostra immagine.
Come definiresti la fotografia Boudoir e che caratteristiche la distinguono da altri generi, come ad esempio il ritratto e il glamour ?
La fotografia Boudoir è decisamente un genere a sé, almeno per quel che riguarda gli Stati Uniti. È diversa da altri tipi di fotografia, ha una categoria tutta sua. Anche nelle convention fotografiche o simili ha i suoi insegnanti e una categoria a sé per i concorsi. Decisamente il Boudoir ha fatto progressi rispetto a quindici anni fa e ha trovato il suo posto nel mondo della fotografia. Amo vedere che questo accade e amo esserne parte, amo il fatto di aver assistito a quello che è diventato, a come ha iniziato a ricevere più attenzioni. È divertente.
Qual è la mia opinione sul Boudoir italiano? Mi piacerebbe tantissimo vedere come voi italiani interpretate il Boudoir! Prima di tutto, amo l’Italia. Tantissimo. Dovreste ritenervi fortunati, per me, immagino, l’Italia è un paese di arte e di romanticismo. Ed è un fatto confermato dalla storia, con tutti i suoi musei, le sculture, la fotografia, i dipinti… tutto ciò mi fa solo pensare a quanto l’Italia è ricca di arte romantica. E quindi sono convinta che il Boudoir si adatta perfettamente a ciò. Sono curiosa di sapere da voi se il Boudoir in Italia è al passo coi tempi. Sinceramente io non lo so, dovrei venire lì e guardare coi miei occhi… in realtà sono stata in Italia un paio di volte per parlare di Boudoir in passato, il Graphic Studio mi ha ospitato una volta e mi sembra che ci siano un sacco di italiani che si occupano di Boudoir. Quindi mi piacerebbe sapere come le cose stanno andando, secondo voi.
Viviamo nell’era dei social, ci sono migliaia di pagine di fotografi, che consiglio daresti ad un professionista che vuole distinguersi, al fine di essere contattati da potenziali clienti?
Una chiara definizione dello stile Boudoir? Sapete, in genere rispondevo a questa domanda in maniera diversa. Rispondevo che si tratta di ritratti sensuali di una donna che si sente bella. Al giorno d’oggi invece non mi concentro esattamente su un genere. Penso che sia ciò che è, giusto? Si tratta del tuo brand specifico. Se ti piace la parola Boudoir, puoi usarla nel definire il tuo brand e per classificarti come quel tipo di fotografo.
Mi dispiace un sacco ragazzi, mi sento come se stia dando risposte troppo vaghe, ma credo sia quello a cui sono arrivata oggi. Per me non c’è una chiara definizione del Boudoir, del Glamour, o del Ritratto… credo che si tratti semplicemente di tutto ciò che scegli di utilizzare nel tuo brand e tutto ciò che ti gravita attorno. Se è un vantaggio attribuire un nome a quel che stai facendo, allora funziona. Ma, se come artisti riusciremo a uscire da queste definizioni, da queste mura che ci siamo costruiti attorno, allora saremo più liberi di creare un tipo di arte che ci si addice. È così che attiriamo i clienti verso ciò che noi facciamo, quello che è nostro e specificatamente nostro.
Penso sia importante che non puntiamo troppo l’attenzione su cosa fanno esattamente gli altri fotografi. È okay lasciarsi ispirare da qualcuno, è okay guardare in che direzione stanno andando e crearsi le proprie idee in proposito, ma più di ogni altra cosa penso che sia importante essere fedeli a se stessi e a quello che si vuole fare, quello che vuoi creare per te stesso, per il tuo brand, per la tua arte. Soprattutto, non ascoltare mai le critiche di un altro fotografo! Penso ci sia un posto dove possiamo lasciare che qualcuno ci critichi ed essere aperti nei confronti di queste critiche, vedere cosa fare per migliorare noi stessi… ma mai, mai leggere qualcosa online e dire “il Boudoir deve essere così” o “le foto devono essere così” o “questa persona lo sta facendo male”. Tutto ciò non importa. Siamo artisti. Possiamo fare tutto quello che ci passa per la testa. È la nostra arte. La gente può dire tutto quello che vuole, sparlare alle tue spalle… ma, ripeto, tutto ciò non ha importanza. Perché è tuo. Non farti mai scoraggiare e non lasciarti mai incasellare, come se tu debba fare le cose in una certa maniera perché questo è ciò che la gente si aspetta da te. Sei libero! È il 2020! Puoi fare ciò che vuoi, e soprattutto creare ciò che vuoi.
Quanto è utile studiare le immagini di altri fotografi del settore ? Non si corre il rischio di omologarsi ?
E che suggerimenti ti senti di dare per fare in modo che un fotografo trovi il suo stile personale ?
Cosa dovrebbe fare un fotografo per emergere e distinguersi dagli altri? Se vuoi metterti in una posizione di rilievo rispetto agli altri e distinguerti, è necessario che ti crei un brand tutto tuo. Credo che il tuo brand consista nel modo in cui ti presenti agli altri e in cui presenti la tua arte. Sei un’artista e hai la tua arte. Il tuo brand deve essere qualcosa di bellissimo. In qualità di coach di altri fotografi, vedo spesso che quando si parla di un proprio brand cercano di fare tutto da soli, creare il loro logo, impostare la pubblicità, lanciare il proprio sito… tutto ciò ai miei occhi sembra molto amatoriale. Se rientra nel campo delle tue competenze e sei sicuro di essere il migliore, okay, puoi tranquillamente occupartene tu, ma se non lo è, allora è importantissimo risparmiare e investire in un grafico, in un webdesigner, qualcuno che ti aiuti a creare il tuo brand. Qualcuno che sia capace di fornire una visione a ciò che ti piace fare. Attualmente sto lavorando a un nuovo episodio – ogni mese pubblico un nuovo episodio sul mio canale – che si occupa appunto di branding e marketing. E io stessa sto rifacendo il mio brand attualmente. E sono entusiasta che, spero, dopo un paio di settimane da questa intervista, potrete andare sul sito theboudoirdivas.com e osservare voi stessi il nostro nuovo brand e come stiamo gestendo tutte le varie categorie del mio business.
Quindi, detto ciò, il mio consiglio è se possibile di lavorare con un professionista. Per cercare di emergere rispetto agli altri, si deve pensare di mettere su un vero business. Intendo, io stessa ho un business. Sono sicura che anche voi vorreste trasformare il vostro studio Boudoir in un vero e proprio business. Dovete considerare che i nostri clienti in genere spendono da 700 a 2000 dollari e a volte persino di più, anche 5000 dollari, se partecipano con noi a dei viaggi. Andremo presto in Grecia, e stanno spendendo molto per venire con noi. Il punto di tutto ciò è questo: il mio competitor non è sicuramente il fotografo che incontro per strada, bensì tutto ciò in cui i miei clienti spenderebbero piuttosto queste migliaia di dollari. Quindi quel che penso è che potrebbero spendere migliaia di dollari per andare in vacanza, una splendida vacanza, o potrebbero spenderli per fare un corso di qualcosa, o forse, che ne so, potrebbero spenderli nella chirurgia plastica o qualcosa del genere. Quindi il mio brand deve riuscire a competere con queste altre risorse in cui altrimenti i miei clienti spenderebbero il loro denaro. Il mio brand deve essere a questo livello.
Vi garantisco che ci sono tantissimi servizi al mondo che costano migliaia di dollari e che magari non hanno investito in dei professionisti per costruire il loro brand e la loro immagine o gestire la loro presenza online. È qualcosa per cui vale davvero la pena investire, spenderci su tanto tempo e tante attenzioni. È come ti presenti alle altre persone, è la tua vetrina attraverso cui capiscono chi sei e di che cosa ti occupi. La prima impressione è tutto quando si tratta di brandizzare la tua immagine.
Sei d’accordo nel definire che nel Boudoir la fotografia debba essere raffinata e non esplicita ?
Penso che sia molto utile lasciarsi ispirare da altri fotografi, studiare le loro tecniche. Penso che nel mondo in cui viviamo dobbiamo per forza di cose confrontarci con altri fotografi ritrattisti, ed è una sorta di sfida perché è inevitabile che a un certo punto i lavori di tutti finiscano col somigliarsi. Ma tutto ciò dovrebbe essere solo una spinta per noi per diventare più creativi, bisogna guardare ai grandi della fotografia, osservare le riviste come Vogue e, oh mio Dio!, c’è un sacco di roba che ispira lì dentro! Prendete ad esempio i fotografi Fashion italiani, li adoro, sono fantastici. Passo tantissimo tempo su Pinterest a guardare i loro lavori, nel vostro paese ci sono molti fotografi fantastici.
Quindi sì, è necessario studiare i lavori degli altri fotografi per trarne ispirazione, ma, se possibile, consiglio di guardare al top, ai migliori, e non a coloro che ci sono più vicini e fanno parte della nostra rete di contatti. Così veniamo influenzati da qualcosa di esterno. Per quel che mi riguarda, amo Pinterest, ci passo tutto il giorno, e non guardo solamente ai lavori di altri fotografi… anzi, guardo tantissimi dipinti. È questo che mi rende entusiasta e mi riempie di passione. Tanti strati, l’utilizzo di colori, ambientazioni diverse, tutto questo e molto altro.
In America la rappresentazione della donna trovi che cambi a seconda del genere ? La visione dell’uomo è diversa da quella della donna?
Penso che per quel che riguarda il mio brand, concordo col fatto che il Boudoir debba essere sofisticato. Non so per il Boudoir in generale se si possa dire lo stesso. Ripeto, non vedo il Boudoir come qualcosa che debba avere una chiara definizione, e in qualità di artisti dovremmo poter chiamare quel che facciamo in qualsiasi modo ci piaccia chiamarlo, facendo quello che ci piace fare. So che per quanto riguarda me, sono molto conservativa, quindi del materiale molto esplicito mi disturba un po’, tuttavia, per quanto mi faccia sentire a disagio e non sia in linea col mio brand, non giudico le altre persone che lavorano con questo tipo di immagine. Penso che abbia il suo posto, la sua connotazione, penso che possa essere bellissimo e che possa aiutare molte persone a realizzare un tipo di sensualità viva. Alcuni di noi non sono capaci di sentirsi sensuali e questo potrebbe essere un modo per loro per esprimersi e connettersi nel loro intimo con questa parte del loro essere. Perciò, per il mio Brand è decisamente in linea con questa affermazione (il Boudoir sofisticato, non esplicito), ma per il Boudoir in generale non so se debba essere per forza sofisticato… no, non penso proprio!
Quanto è importante per un professionista, anche di fronte alle clienti, avere uno studio proprio ?
Come vedono gli Americani la donna? Beh, a proposito devo dire che l’America è enorme… ho viaggiato tanto nel mondo, e per me l’America è come avere un milione di nazioni riunite in una. Puoi atterrare a New York e trovare un’opinione completamente diversa sulla donna rispetto a quella che potresti trovare in Texas. Parlando in generale, il Boudoir non consiste più in una donna che deve apparire attraente agli occhi di qualcun altro, quanto in una donna che deve essere attraente per se stessa. Ed è un trend che sta diventando sempre più comune. Lo slogan del nostro brand era: “Il regalo più sexy per tuo marito o per il tuo partner”. Invece adesso il nostro slogan è “Sii la super-model di te stessa”. Dobbiamo amare noi stessi per amare gli altri, o per entrare nell’orbita di altri che hanno un sano amore per se stessi. Questo è il tipo di messaggio che stiamo spingendo adesso.
Per quel che riguarda l’uomo e la donna nel settore Boudoir, non vedo differenze. Penso che molti uomini che lavorano nella fotografia Boudoir sono molto rispettosi e vogliono davvero celebrare la donna cercando di farla sentire a suo agio col suo corpo. Penso sia fantastico, e amo la direzione che sta prendendo questo genere di fotografia, l’idea di una donna in relazione al fatto che ne comprendiamo la sua bellezza. È molto più di una semplice foto, è l’intera esperienza, l’intero pacchetto. Onorare e amare il tuo tempio, che è il tuo corpo, la tua mente, la tua anima. È un rapporto anima-corpo, e lo trovo splendido.
Nella tua esperienza oggi consiglieresti di usare di più instagram, facebook o un blog con contenuti extra?
Quanto è importante avere un proprio studio? Penso che intendi uno studio fisico, fatto di mura e mattoni. Ecco, non credo che ora come ora sia importante. Penso che le persone si stiano interessando a un tipo di fotografia che prenda spunto dal proprio stile di vita, lasciandosi fotografare nel loro ambiente naturale. Non penso che uno studio… ecco, di nuovo, si tratta di un concetto che riprende la motivazione e l’indirizzo del proprio brand e come lo vendi. Quindi se viaggi molto, se vai nelle case dei tuoi clienti o affitti camere d’hotel, se puoi promuovere in un bel modo questa cosa in relazione al tuo brand, allora è ottimo. Se hai invece uno studio, con diversi set tutti molto curati, e il tuo cliente può scegliere fra i vari set quello che gli piace di più, e metti in risalto questo fatto, allora prosegui in questa direzione. Dipende tutto dall’energia e dal modo di proporre le tue idee all’interno del tuo piano di marketing.
Non sono bravissima nel gestire la mia presenza online. Penso di avere la stessa impressione che molti hanno, cioè che potrei fare molto di più e genericamente essere più forte e presente sui social. Io in particolare mi concentro molto su Instagram, al secondo posto c’è Facebook. Un po’ di tempo fa avevamo anche un blog. Il blog è ottimo per la SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca), ovvero, se vuoi essere sicuro che qualcuno quando cerca “Boudoir” su Google trovi subito i tuoi articoli sul tuo blog, allora sì, è importante avere e seguire un blog. Ma penso che per noi, per il nostro genere… ormai sono tutti dipendenti da Instagram. Di conseguenza è necessario puntare su questo. Almeno per il momento, nel 2020.
CONCLUSIONE
Vorrei concludere dicendo che quello che facciamo noi fotografi Boudoir è molto più potente e terapeutico per i nostri clienti di quanto non ci rendiamo conto. Dopo averlo fatto per così tanti anni, ho realizzato che è la mia più grande gioia aiutare una donna ad sentirsi a suo agio col suo corpo. A volte non si tratta neanche di avere confidenza o di essere belle, a volte si tratta semplicemente di una esperienza che le faccia sentire vive, che le faccia concentrare su se stesse al fine di produrre qualcosa di bello. Quindi vorrei incoraggiarvi tutti, nonostante sappia che questo tipo di mercato può mettere molto alla prova… dopotutto stiamo registrando questa intervista durante il coronavirus, durante la pandemia, e quindi è ancor più difficile adesso per noi liberi professionisti di quanto non lo sia mai stato in passato. Ma so e ho fiducia che passeremo anche questo, che alla fine di tutto c’è qualcosa di bellissimo che ci attende.
Il nostro lavoro come imprenditori, liberi professionisti, fotografi, artisti non sta nel cercare di evitare le difficoltà, non consiste nel pensare che non ci sarà mai nulla ad abbatterci perché invece questo accadrà, quanto fare del nostro meglio per rialzarci dopo. Questo è tutto ciò che possiamo fare. Rialzarsi. E ci può volere del tempo, ma questo è assolutamente normale. L’importante è continuare a provarci, ragazzi. So che per me, avendolo fatto per tanto tempo, la fotografia è il mio primo, vero amore, perché nonostante abbia dovuto affrontare tante sfide, sono sempre tornata al mio posto. E ho sempre trovato un senso in quel che faccio e nel perché lo faccio. Quindi, in qualsiasi momento vi sembra di star affrontando tempi difficili, di sbattere contro un muro, il mio unico consiglio è di continuare, continuare a spingere, e passerà anche questo. Ve lo prometto.
Okay, grazie mille per avermi contattata, significa molto per me, e mi piacerebbe tornare! Fatemi sapere se avete altre domande, ciao!








































